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IL MUSEO

Dai primi strumenti di calcolo della storia, ai Computer e le Console Giochi.

LA STORIA E LE ORIGINI DEL COMPUTER, DAI PRIMI STRUMENTI DI CALCOLO AI GIORNI NOSTRI.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un percorso attraverso la visione di macchine ed attrezzature di calcolo rare e storiche, accompagnato dalla visione di filmati e video descrittivi e da materiale didattico, dispense e spiegazioni in aula/sala piacevoli, chiare e dettagliate.

Per interessare e dilettare adulti, giovani e ragazzi, oltre agli strumenti di calcolo ed ai computer, verrà illustrata dal vivo e descritta la storia dei primi videogiochi e delle consolle.

 

PREMESSA

 

La Mostra del Computer e delle Consolle Vintage è un Evento culturale raro  nel suo genere, nato da una idea del giornalista Luigi Montanino, Presidente dell’ Associazione Culturale ADVENTURE, il quale ha trasformato, con  passione e dedizione, la sua collezione privata in Museo, da proporre al pubblico. Un risultato di numerosi studi e ricerche, durato anni, che adesso prende forma, per trasmettere alle nuove generazioni le nostre origini, il nostro passato, oggi abbandonato al silenzio a causa dello scorrere inesorabile del tempo e della ossessionata rincorsa alle cose materiali. Ma andiamo nel dettaglio e ripercorriamo un po’ di storia, per comprendere meglio il progetto.

 

 

DESCRIZIONE:

 

La nostra vita è ormai quotidianamente invasa dall’ informatica, a tal punto che non riusciamo nemmeno a rendercene conto, tanto automatico è diventato il fenomeno.

Le relazioni sociali, il lavoro, i servizi, ed addirittura anche gli affetti ruotano intorno alle apparecchiature informatiche ed ai mezzi di comunicazione, che, in qualche modo, condizionano la nostra esistenza.

Eppure un tempo, appena poco più di tre decenni fa,  il computer era un oggetto diverso, uno scatolone enorme simile ad un armadio, detto anche “ cervellone elettronico “,  accessibile solo in camice bianco da personale addetto e specializzato, da esperti e scienziati.

A stravolgere la storia è stata la Rivoluzione informatica, tra la metà degli anni 70 e gli inizi degli anni 90, ha portato i computer fuori dai centri di calcolo ed elaborazione dati, dalle Università, dai laboratori scientifici, trasportandoli negli uffici, nelle aziende e nelle case della gente comune.

La Rivoluzione informatica ha generato un commercio impressionante in termini di concorrenza, materiali, funzionalità, design. Lo scorrere del tempo e l’ evoluzione tecnologica hanno portato inevitabilmente alla estinzione di quelle macchine, per lasciare spazio ad apparecchiature moderne,  ma sempre più standard in caratteristiche, funzionalità e sistemi operativi.

Tuttavia niente di tutto ciò sarebbe stato realizzabile senza la presenza antecedente di quei famosi “ bisnonni” degli attuali Pc.

Verso quelle macchine noi abbiamo un debito. Meritano un destino migliore che il silenzio e  l’ abbandono.

Oggi siamo soliti  tralasciare le cose, ad abbandonare i ricordi, a dimenticare chi eravamo e come eravamo … ma fermarsi solo per un attimo ad osservare ed a pensare chi eravamo …  è come rinascere.

 

DEFINIZIONE DI RETROCOMPUTING E CARATTERISTICHE

 

Dare una definizione esatta di retrocomputing è cosa ardua se non impossibile, tanti sono i diversi aspetti che caratterizzano questa passione che ha comunque un comun denominatore: l’amore per le vecchie macchine. Le motivazioni sono tante. Chi non vorrebbe rimettere le mani sul computer sul quale ha “giocato” a lungo da ragazzino o che ha anche solo sognato di poter utilizzare?

Ma chi si addentra in questa disciplina scopre presto altre nuove motivazioni.

Più si usano queste vecchie macchine e più si scopre quanto ci sia da imparare da loro. La tecnologia attuale si fonda su un passato che oggi ci sembra veramente lontano, e le motivazioni tecnologiche dei prodotti attuali le scopriamo solo studiando i prodotti passati e la loro evoluzione.

Scoprire le vecchie macchine è scoprire come e perché siamo arrivati ai computer attuali.

Guardandosi indietro si scopre inoltre che la strada dello sviluppo della tecnologia informatica è piena di geniali intuizioni ed interessanti realizzazioni che non hanno trovato futuro, e al contrario anche di scelte tecnicamente sbagliate che ci siamo “portati dietro” dagli albori dell’informatica.

Appassiona infine lo scoprire come le macchine del passato potevano essere “capite”. Le macchine di oggi sono talmente complesse che diventa impossibile comprenderne il funzionamento, un computer degli anni 70 era fatto per essere “capito” dal suo utilizzatore.

Il “retrocomputerista” non è un collezionista, o almeno non solo. Il piacere del possesso si unisce a quello di far funzionare le proprie macchine, magari dopo un estenuante lavoro di riparazione e studio. Egli apre le proprie macchine, le osserva e le studia, è soprattutto “curioso”, di conoscere e di capire.

Oggi siamo soliti  tralasciare le cose, ad abbandonare i ricordi, a dimenticare chi eravamo e come eravamo … ma fermarsi solo per un attimo ad osservare ed a pensare chi eravamo …  è come rinascere !

 

 

LA MOSTRA

A partire dai primi strumenti di calcolo l ‘ Abaco e i bastoncini di Nepero, vengono esposti, oltre ai PC di maggiore successo, che hanno fatto la storia del computer (Commodore, Olivetti, IBM,  Apple, Amstrad ecc… ), alcune macchine ed apparecchiature informatiche rare: dal Comptometer ( primo calcolatore meccanico ) alla “ Odyssey “ ( prima consolle al mondo ), dalla Macchina “Michela” al DIGILAB della prestigiosa e storica Scuola Radio Elettra, fino ad arrivare all’ Osborne CC, considerato il primo Computer portatile della storia, ed a periferiche e componenti hardware utilizzati per le spedizioni della NASA.

Completa l’ esposizione una lista di prestigiose consolle che hanno segnato le origini e la nascita dei primi videogiochi a partire dagli anni ’70.

 

TESTIMONIANZE

I nostri attuali progetti, mostre ed eventi testimoniano un grande interesse da parte di cittadini, curiosi, addetti ai lavori, esperti ed appassionati di media,  organi di stampa, cartacea e online, che danno lustro e valore al nostro operato ed alla nostra collezione,(attraverso testimonianze, articoli, servizi televisivi e pubblicazioni varie) ,  che merita tuttavia contesti diversi e maggiore sostegno dalle istituzioni pubbliche e private, per far sì che questo sogno non venga rinchiuso nel cassetto. Ma restiamo fiduciosi al fine di poter intraprendere la giusta strada per il nostro successo e per la fortuna delle nuove generazioni, di avere una nuova opportunità di raccontare la storia, per imparare a gestire nel migliore dei modi la tecnologia presente, con maggiore consapevolezza del mezzo utilizzato.

" Conoscere chi eravamo e da dove veniamo, sarà come rinascere".

DOVE SIAMO

 

La Mostra del Computer Vintage è visitabile, previo rigorosa prenotazione.

Attualmente la sede è in fase di allestimento ed a lavori completati verrà data comunicazione attraverso il presente sito delle modalità di pcontatto, prenotazione e dell' indirizzo della sede espositiva ( in questo momento non sono di conseguenza ancora aperte le prenotazioni ).

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LA CASA MUSEO DEL RETROCOMPUTING " PIETRO MONTANINO "

 

IL PROGETTO “ CASA MUSEO “:

Supplendo alla carenza di strutture e progetti idonei e volti ad ospitare e valorizzare iniziative didattico/culturali sul territorio, nonché di fondi dedicati allo sviluppo, nasce la “ casa museo del retrocomputing Pietro Montanino “, nella dimora MONTANINO, per opera ed ingegno del giornalista Luigi Montanino, che, in maniera autonoma, dà forma e lustro alla sua passione. La casa museo del Retrocomputing Pietro Montanino,  offre al proprio pubblico un’esperienza diversa rispetto a quelle che si possono fare negli altri musei: infatti, nonostante le difficoltà di musealizzare, cioè di rendere pubblico e educativo un luogo carico di riferimenti individuali e intimamente legato a azioni e riti personali, solo la casa è in grado di raccontare con un linguaggio proprio risvolti di una società, di un’epoca, di un periodo storico, di una personalità che altrimenti andrebbero irrimediabilmente perduti. Nella “casa museo “ emerge una storia o forse sarebbe più corretto dire “la” storia, declinata nella quotidianità dell’abitare. Questa qualità “parlante” della casa museo del retrocomputing, fa sì che la singola visita possa essere ricucita al bagaglio di conoscenze che ciascuno porta con sé con naturalezza, quasi senza accorgersene, senza il peso della lezione che va imparata, piuttosto con la semplicità delle esperienze che arricchiscono proprio perché trovano la propria collocazione in quello spazio che sta tra la rassicurante consapevolezza di ciò che è noto (la casa) e la curiosità. La casa museo del retrocomputing, gode del privilegio di saper parlare anche a quelle utenze che difficilmente si avvicinano ai musei classici, poiché crea un senso di “confidenza” con il contenuto/ambiente/contesto e dunque con il senso di ciò che è esposto.

 

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